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to di delinquente, un insensato, severo nei suoi abiti ele-
ganti, la testa portata alta con dignità animale: un altro,
un sorriso, l immagine di un sorriso ritratta a memoria, la
testa della fanciulla d Este. Poi teste di contadini russi te-
ste barbute tutte, teste, teste, ancora teste. . .
. . . . . . . . . . . . . . . . .
La penna scorreva strideva spasmodica: perchè era usci-
to per salvare altri uomini? Curvo, sull orlo della stufa la
testa barbuta, il russo scriveva, scriveva scriveva. . . . . . .
*
Non essendovi in Belgio l estradizione legale per i de-
linquenti politici avevano compito l ufficio i Frati della
Carità Cristiana.
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Letteratura italiana Einaudi
Dino Campana - Canti orfici
PASSEGGIATA IN TRAM IN AMERICA
E RITORNO
Aspro preludio di sinfonia sorda, tremante violino a
corda elettrizzata, tram che corre in una linea nel cielo
ferreo di fili curvi mentre la mole bianca della città tor-
reggia come un sogno, moltiplicato miraggio di enormi
palazzi regali e barbari, i diademi elettrici spenti. Corro
col preludio che tremola si assorda riprende si afforza e
libero sgorga davanti al molo alla piazza densa di navi e
di carri. Gli alti cubi della città si sparpagliano tutti pel
golfo in dadi infiniti di luce striati d azzurro: nel mentre
il mare tra le tanaglie del molo come un fiume che fugge
tacito pieno di singhiozzi taciuti corre veloce verso
l eternità del mare che si balocca e complotta laggiù per
rompere la linea dell orizzonte.
Ma mi parve che la città scomparisse mentre che il
mare rabbrividiva nella sua fuga veloce. Sulla poppa
balzante io già ero portato lontano nel turbinare delle
acque. Il molo, gli uomini erano scomparsi fusi come in
una nebbia. Cresceva l odore mostruoso del mare. La
lanterna spenta s alzava. Il gorgoglio dell acqua tutto
annegava irremissibilmente. Il battito forte nei fianchi
del bastimento confondeva il battito del mio cuore e ne
svegliava un vago dolore intorno come se stesse per
aprirsi un bubbone. Ascoltavo il gorgoglio dell acqua.
L acqua a volte mi pareva musicale, poi tutto ricadeva
in un rombo e la terra e la luce mi erano strappate in-
consciamente. Come amavo, ricordo, il tonfo sordo del-
la prora che si sprofonda nell onda che la raccoglie e la
culla un brevissimo istante e la rigetta in alto leggera nel
mentre il battello è una casa scossa dal terremoto che
pencola terribilmente e fa un secondo sforzo contro il
mare tenace e riattacca a concertare con i suoi alberi
una certa melodia beffarda nell aria, una melodia che
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Letteratura italiana Einaudi
Dino Campana - Canti orfici
non si ode, si indovina solo alle scosse di danza bizzarra
che la scuotono!
C erano due povere ragazze sulla poppa: «Leggera,
siamo della leggera: te non la rivedi più la lanterna di
Genova!» Eh! che importava in fondo! Ballasse il basti-
mento, ballasse fino a Buenos-Aires: questo dava alle-
gria: e il mare se la rideva con noi del suo riso così buffo
e sornione! Non so se fosse la bestialità irritante del ma-
re, il disgusto che quel grosso bestione col suo riso mi
dava..., basta: i giorni passavano. Tra i sacchi di patate
avevo scoperto un rifugio. Gli ultimi raggi rossi del tra-
monto che illuminavano la costa deserta! costeggiavano
da un giorno. Bellezza semplice di tristezza maschia.
Oppure a volte quando l acqua saliva ai finestrini io se-
guivo il tramonto equatoriale sul mare. Volavano uccelli
lontano dal nido ed io pure: ma senza gioia. Poi sdraiato
in coperta restavo a guardare gli alberi dondolare nella
notte tiepida in mezzo al rumore dell acqua..........
Riodo il preludio scordato delle rozze corde sotto
l arco di violino del tram domenicale. I piccoli dadi
bianchi sorridono sulla costa tutti in cerchio come una
dentiera enorme tra il fetido odore di catrame e di car-
bone misto al nauseante odor d infinito. Fumano i vapo-
ri agli scali desolati. Domenica. Per il porto pieno di car-
casse delle lente file umane, formiche dell enorme
ossario. Nel mentre tra le tanaglie del molo rabbrividi-
sce un fiume che fugge, tacito pieno di singhiozzi taciuti
fugge veloce verso l eternità del mare, che si balocca e
complotta laggiù per rompere la linea dell orizzonte.
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Letteratura italiana Einaudi
Dino Campana - Canti orfici
L INCONTRO DI REGOLO
Ci incontrammo nella circonvallazione a mare. La
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